La casa: è ancora un bene rifugio?

Nei periodi più critici, diventa fondamentale mettere al sicuro i propri risparmi, quindi, data l’incertezza dei mercati finanziari, si tende a preferire un investimento nei beni rifugio.

Ma cosa sono i beni rifugio? Si tratta di beni che vengono ritenuti in grado di preservare nel tempo il loro valore (immobili, metalli preziosi, gioielli, opere d’arte, orologi, pietre preziose, valute forti o titoli di Stato di Paesi con le economie più stabili). Generalmente si investe nei beni rifugio nei periodi più instabili allo scopo di proteggersi in caso di default perché questi beni non subiscono, o subiscono meno di altri, la svalutazione garantendo protezione e sicurezza nei periodi di forti criticità finanziarie nazionali e internazionali.
Si tratta di investimenti sul lungo periodo e non a scopo speculativo, una scelta fatta per proteggere i propri risparmi di fronte a forti oscillazioni di mercato, inflazione o instabilità economica, poiché mantengono il loro valore anche nelle situazioni più difficili ma se fatti con attenzione possono portare anche ottimi guadagni. Tra tutti la Casa rimane uno dei beni rifugio per eccellenza.

Da un’analisi condotta da Fimaa-Confcommercio sul Mercato immobiliare residenziale nel terzo quadrimestre 2022, secondo il 49,3% di agenti immobiliari Fimaa intervistati, il mercato della compravendita abitativa si caratterizza per la stabilizzazione della domanda per l’acquisto. Le risposte sull’indagine, fornite dai rilevatori Fimaa (attraverso un questionario online, con metodologia Cawi) hanno riguardato circa 55 città dal nord al sud isole comprese permettendo di tracciare un significativo quadro congiunturale dell’attuale momento di mercato e dei prossimi 4 mesi.

Secondo i giudizi espressi, l’appartamento più richiesto del 2022 è indipendente (76,6%), localizzato in periferia o hinterland delle città (40,3%), in classe energetica medio-alta (40,5%), ristrutturato (36,6%), con terrazzo o balcone (53,8%). In questi ultimi due anni appare si sia consolidata infatti la richiesta di una classe energetica alta: B, C o D è l’ipotesi prescelta dal 40,5% del campione.In media, il terrazzo o balcone è preferito nel 53,8% di richieste, diventano il 60,8% nel Nord e sono sorpassate dal giardino o cortile privato nelle regioni centrali o meridionali e insulari (50,7% e 51,9% rispettivamente). La tipologia di riscaldamento più richiesto è quello autonomo (98,9% di preferenze), probabilmente a causa dell’innalzamento del costo dell’energia si desidera un migliore controllo dei costi.

Per il primo quadrimestre del 2023 sulle variazioni del numero di compravendite emerge un minore ottimismo rispetto al passato, con un incremento dei giudizi di diminuzione che diventano la modalità più scelta dagli operatori (61,8%). Per le variazioni dei prezzi il 55,3% degli agenti immobiliari Fimaa ipotizza una variazione analoga a quella dell’ultimo quadrimestre 2022: +3,1% nel I trimestre 2023.I fattori che influenzeranno nel bene e nel male il mercato nel primo quadrimestre 2023 saranno: l’incremento dei tassi sui mutui, l’inflazione, la situazione economica generale, i rincari delle materie prime, le agevolazioni per i giovani e la scarsità di offerta di Immobili sul mercato.

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Fonte: Ufficio Studi Fimaa-Federazione Italiana mediatori Agenti d’Affari

 

Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa sui risultati delle precedenti analisi si è così espresso: “Nel primo quadrimestre del 2023 le rilevazioni evidenziano una possibile riduzione delle compravendite con valori stabili, rispetto al quadrimestre precedente. Nonostante la particolare congiuntura economica che stiamo vivendo, caratterizzata dalla destabilizzazione internazionale per il conflitto russo-ucraino, dall’aumento dell’inflazione e dei tassi dei mutui, il mattone si conferma un bene rifugio. L’inflazione, in particolar modo, rappresenta un fattore bifronte per il mercato immobiliare perché da un lato invoglia ad investire i risparmi in modo sicuro con l’acquisto immobiliare e dall’altro erode il potere di acquisto delle famiglie. Inoltre, dallo studio Fimaa emerge come la domanda sia rivolta verso immobili efficientati energeticamente. In tal senso la necessità di una migliore gestione dei costi dell’energia si accompagna con quella riguardante la tenuta del valore delle case, che potrebbe risentire dell’attuale direttiva europea sulla prestazione energetica, con l’obbligo per tutti gli immobili residenziali di raggiungere classi energetiche elevate. Per ridurre l’impatto ambientale degli edifici serve più gradualità tenendo conto degli aspetti architettonici degli immobili del nostro Paese. Si deve scongiurare il rischio di eventuali svalutazioni che potrebbero investire la maggior parte degli immobili italiani tuttora in classe G ed F.”

Alla luce di quanto detto poc’anzi ad oggi conviene ancora considerare “il mattone” come bene rifugio? Noi crediamo proprio di sì. Gli Immobili ad uso abitativo e non solo, risultano essere tra i beni rifugio più efficienti, poiché possono resistere anche a crisi durature. Per avere dei risultati in termini di guadagno è necessario aspettare, ma nel breve periodo mettono al sicuro il capitale investito. Il guadagno può arrivare da una vendita del bene in un periodo successivo, o anche da rendita immobiliare, nel caso in cui si decida di comprare l’immobile per metterlo a reddito.

Un altro motivo per cui è un ottimo rifugio, è perché può essere adeguato a tutti i budget. Infatti non dobbiamo pensare che l’investimento immobiliare sia solo comprare una villa o un attico, si può valutare l’acquisto anche di un mini appartamento da affittare, di un terreno, che potrebbe nel corso degli anni moltiplicare il suo valore, o anche molto più semplicemente di un garage, che diventa un investimento sicuro specialmente nelle grandi città e nelle località turistiche.

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